In questi giorni si parla molto di clima e di cambiamenti climatici grazie anche all’attenzione mondiale posta sul G20 prima e sulla COP26 appena terminata dove si è parlato non solo di clima, ma anche di economia, di futuro e di sostenibilità. 

L’opinione pubblica è molto accesa su questi temi e, a cominciare da Greta Thunberg, ci sentiamo tutti molto sensibili ai temi dell’ecologia e dei cambiamenti climatici. 

Banalmente tutti noi sappiamo che la nostra mente è influenzata dal clima, ad esempio quando il tempo è brutto e la pioggia è insistente o fa freddo il nostro umore è un po’ più basso. Spesso si parla di meteoropatia a tale proposito. Ma i cambiamenti climatici mondiali sono bene altra cosa e rappresentano una questione ben più importante. 

Nel 2017 il Lancet Countdown on Climate Change and Health afferma che: “I sintomi umani del cambiamento climatico sono inequivocabili e potenzialmente irreversibili e influiscono sulla salute delle popolazioni di tutto il mondo oggi”. 

Tra questi effetti, purtroppo, ci sono spesso morti a seguito di gravi eventi climatici inaspettati o di grave siccità.  L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima un aumento di 250.000 morti in eccesso all’anno tra il 2030 e il 2050 a causa degli impatti del cambiamento climatico. 

Sono numeri che fanno impressione e ci fanno preoccupare! 

Anche la salute mentale è notevolmente coinvolta nell’aumento delle patologie: l’ansia, la preoccupazione, il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD), disturbo depressivo maggiore, abuso di sostanze, trauma indiretto, sono solo alcune delle patologie che vediamo crescere a seguito del cambiamento climatico globale. In tutto questo si aggiunge anche un aumentato rischio suicidario come sostiene Chand e i suoi collaboratori. 

Dal punto di vista psicologico possiamo dire che la salute mentale non riguarda solo le patologie scritte nel Manuale Disgnostico e Statistico delle Malattie Mentali (DSM) ma anche tutte le declinature di quello che viene definito “benessere psicologico” e che fa capo alla psicologia del benessere. A questo proposito possiamo dire che i cambiamenti climatici hanno un significativo effetto sulla mente umana in tre modalità differenti: effetti diretti, indiretti e generali.  

Gli effetti diretti sono quelli derivanti dall’aver vissuto in prima persona un evento naturale disastroso come un uragano, un terremoto, un’inondazione con la grave forma di stress che un evento simile può  causare. 

Gli effetti indiretti sono quelli causati dalle conseguenze di un evento climatico estremo ma non strettamente riconducibile a un singolo evento, come, ad esempio, vivere una stagione di estrema siccità che può causare, dal punto di vista psicologico, paura, ansia, collera oltre che deperimento emotivo. 

Gli effetti generali sono quelli causati dall’assetto sociale e che hanno importanti implicazioni a livello economico e di governance. Gli imponenti flussi migratori sono una espressione di tale effetto che porta le persone a lasciare le proprie sicurezze a favore di un paese straniero. 

Gli interventi psicologici in questo senso sono complessi e non banali e presentano diverse sfaccettature e aspetti, un ultimo quello finanziario. 

Come dice Marshall: “Il cambiamento climatico è un problema futuro. Ma è anche un problema. passato e un problema presente. È meglio pensarlo come un processo di sviluppo di deterioramento a lungo termine, chiamato, da alcuni. psicologi, un “problema strisciante”. La mancanza di un inizio, di una fine o di una scadenza definita ci obbliga a creare la nostra linea. temporale. Non sorprende che lo facciamo in modi che rimuovono la costrizione ad agire. Permettiamo abbastanza storia da farla. sembrare familiare, ma non abbastanza da creare una responsabilità per le nostre emissioni passate. Lo rendiamo abbastanza attuale da accettare che dobbiamo fare qualcosa, ma lo mettiamo troppo lontano nel futuro per richiedere un’azione immediata“. 

Allora iniziamo con degli interventi anche a favore della nostra mente migliorando, ad esempio, le nostre strategie di coping e il nostri o impegno a sostenerci vicendevolmente senza aver paura di chiedere aiuto quando ci troviamo in situazioni di difficoltà  

Dott. Andrea Di Ruvo 

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